Taro e Jiro

Taro e Jiro erano due cani da slitta impiegati presso la base antartica giapponese, erano due fratelli  di razza Sakhalin Husky (Karafuto-Ken), e la loro storia salì alla ribalta  nel gennaio del 1959,  quando a distanza di un anno dal loro abbandono, a causa delle avverse condizioni metereologiche, vennero ritrovati vivi da una nuova spedizione antartica.

[banner size=”160X600″ align=”alignleft” corners=”rc:10″] Nel gennaio del 1957 iniziarono i lavori per la costruzione della base Stazione Shòwa  posta sulla East Ongul Island, che doveva accogliere i componenti della prima spedizione antartica giapponese con finalità scientifiche. Per gli spostamenti erano stati condotti alla stazione antartica dei cani da slitta provenienti dal Giappone, appositamente addestrati, di razza Sakhalin Husky (Karafuto-Ken). Al rientro dalla missione di trasporto la nave Soya aveva avuto difficoltà, ed era stata liberata dai ghiacci con l’aiuto di una nave russa la Ob.

Ad un anno di distanza era stato programmato il cambio dei materiali e dei componenti della spedizione, nonchè nuovi rifornimenti, il tutto era trasportato dalla nave rompighiaccio Soya, ma a causa  del peggioramento delle condizioni climatiche la seconda spedizione non ebbe fortuna, e la nave venne bloccata senza riuscire a raggiungere la Stazione antartica. Il personale stanziato presso la base in attesa del cambio, undici componenti,  vennero trasportati sulla nave con un aereo, ma i quindici cani da lavoro furono lasciati alla base, legati alle catene.  L’abbandono dei cani, per quanto necessitato, provocò numerose proteste in Giappone da parte dell’associazione animalista JSPCA, che promosse una petizione per il loro recupero.

Una terza spedizione antartica giapponese con destinazione la Stazione Shōwa parti nel 1959, al loro arrivo a destinazione scoprirono che dei quindici cani abbandonati in precedenza ne restavano solo due in vita, Jiro e Taro. Sette cani erano morti legati mentre degli altri sei mancanti non furono trovate tracce. 

Jiro rimase in Antartide presso la base è morì nel 1960 per cause naturali. Il corpo fu riportato in Giappone ed imbalsamato, oggi è in mostra al National Museum of Nature and Science  di Tokyo.

Taro venne portato a Sapporo e visse alla Hokkaido University fino al 1970 anno della sua morte a quasi 15 anni di età. Il suo corpo imbalsamato è in mostra al Museum of National Treasures alla Hokkaido University Botanical Garden di Sapporo.

Nel 1958 in memoria del sacrificio dei quindici cani abbandonati, prima del ritrovamento dei due superstiti, a Sakai venne eretto un monumento in loro memoria.

A Taro e Jiro, successivamente al loro ritrovamento, furono intitolati vari monumenti in Giappone.

Nel 1959 all’intera muta di cani fu eretto il monumento posto ai piedi della Tokyo Tower, commissionato dell’associazione animalista JSPCA e scolpito dallo scultore che aveva scolpito la statua di Hachikō .

In Giappone è stato istituito il Giorno dell’amore, della speranza e del coraggio in memoria di Taro e Jiro, che viene il 14 gennaio giorno del loro ritrovamento.

La storia di Taro, Jiro e degli altri cani della spedizione hanno dato ispirazione a film come Antarctica e 8 amici da salvare.

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.

[banner network=”altervista” size=”468X60″ align=”aligncenter”]