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Dopo la precedente introduzione alla manifestazione della paura e della rabbia, diamo ora uno sguardo ad altri aspetti sulla gestualità della bocca ed al suo utilizzo da parte del cane:
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Dopo la precedente introduzione alla manifestazione della paura e della rabbia, diamo ora uno sguardo ad altri aspetti sulla gestualità della bocca ed al suo utilizzo da parte del cane:
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Uggiolii e piagnucolii il cane parla, sono suoni ad alta intonazione e servono al cane per far avvicinare chi lo sente e indicano paura o
sottomissione da parte dell’animale, è anche il verso dei cuccioli, e forse è il motivo per cui viene usato anche come suono di pacificazione, manifesta la totale assenza di minaccia
E’ stato scoperto che questi suoni, brevi ad alta intonazione sono difficilmente individuabili, ma si avvertono facilmente e sono nettamente distinguibili, entrambe le qualità sono di fondamentale importanza per la madre che è in grado di sentire qualsiasi loro eventuale richiamo e allo stesso tempo non rivelino il nascondiglio dei cuccioli a nessun predatore.
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Ululati Guaiti e Latrati il cane parla, generalmente i cani domestici abbaiano di più dei parenti selvatici ma in compenso ululano di
meno, per un lupo l’ululato ha diversi significati, uno di questi è chiamare a raccolta il branco che è sparpagliato nel bosco e prepararsi alla caccia, ma i cani domestici hanno già chi da loro il cibo, quindi non hanno la necessità di radunare il branco per iniziare la caccia. Altro scopo dell’ululato è quello di rafforzare l’identità del gruppo, dopo averlo udito, i componenti si riuniscono e insieme intonano una sorte di inno del branco, per questo spesso i cani ululano quando sono chiusi oppure se si sentono isolati dalla famiglia. L’ululato di solitudine ha la medesima funzione di quello di gruppo è un modo per attirare gli altri. Ma non tutti gli ululati sono uguali.
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Dopo il precedente articolo dove venivano definite diverse tipologie di comunicazione del cane, più o meno amichevoli o di richiamo, prendiamo ora in esame i ringhi e alle loro possibili interpretazioni. Nonostante la nostra idea di ringhio venga generalmente associata a grandi predatori, come la tigre, il leone e orsi, in natura moltissimi altri animali ringhiano, a cominciare dai più mansueti conigli, lo scopo di questo suono è tener lontani gli altri animali. I ringhi possono essere singoli suoni, oppure essere utilizzati per modificare i suoni creati con l’abbaio, per emettere una nota di più marcata minaccia.
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Il cane parla, per gli esseri umani i suoni del linguaggio sono abbastanza arbitrari, non esiste un gruppo di parole che abbia un significato comune per tutti i membri della nostra specie. Suoni differenti in lingue diverse possono voler dire la stessa cosa, come ad esempio pronunciando le parole pies, txakurra, chien, con chó, dog abbiamo lo stesso risultato “cane” anche se di fatto non
hanno alcun legame sonoro tra loro. Abbiamo provato a eliminare i problemi sorti dalle molte e diverse lingue che parliamo creando una lingua universale, il tentativo più famoso è stato l’esperanto, una lingua pianificata sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oftalmologo polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, ed è di gran lunga la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali, lo scopo di questa lingua è quello di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice ma espressiva, appartenente all’umanità e non a un popolo.
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Dopo la precedente prefazione sul sistema di comunicazione del cane diamo ora uno sguardo alla base degli abbai e alle loro possibili interpretazioni :
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Una delle tante cose che ci chiediamo quando entriamo in possesso di un cane e cominciamo ad addestrarlo è ” il cane sta ascoltando ” ?. Possiamo asserire di si guardando i suoi comportamenti in risposta ai comandi impartiti, ma c’è una cosa che la gente tende a dimenticare quando si parla del linguaggio, la capacità linguistica implica due importanti componenti, la prima è la comprensione del linguaggio, ed è il requisito fondamentale, la seconda e più complessa è la produzione del linguaggio. è infatti possibile comprendere una lingua ma non produrla, è il caso, per esempio, di persone che nascono mute o lo diventano in seguito a un incidente o a una malattia, queste persone capiscono ciò che viene detto ma non possono articolare i suoni che compongono la lingua. Tale caratteristica viene chiamata abilità ricettiva del linguaggio, mentre l’abilità produttiva ne implica anche l’elaborazione, necessaria per il dialogo con gli altri individui.
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